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sábado, 22 de setembro de 2007

História da Igreja em ato testemunhada por ALOIZIO

História da Igreja em ato.
Para quem não conhece, Van Thuan era o bispo de Saigon, até 1974 quando a guerra do Vietnã com os Estados Unidos terminou com a vitória dos Vietcongs.
O bispo Van Thuan era muito amigo nosso (do focolare). Naquele tempo eu morava nas Filipinas e a nossa Região do Movimento seguia também o Viet Nam. Van Thuan, prevendo a vitória dos comunistas, começou a preparar a Igreja para sobreviver à perseguição que ele sabia teria início assim que a guerra terminasse no Viet Nam do Sul (o Viet Nam do Norte já estava em poder dos comunistas). Assim ele pediu a nós que realizássemos algumas Mariápolis para todos os sacerdotes da diocese dele a partir de 1972 até 1974 (que foi a última Mariápolis). Ele percebia que a Igreja institucional era um alvo fácil dos perseguidores mas o Ideal da Unidade nos corações dos padres, religiosos, religiosas e da população católica, na realidade, era invisível de um lado mas visível de outro, pois era uma luz que levaria a comunidade católica a manter a fé e a transmiti-la eficazmente às futuras gerações.
Ele foi preso e viveu 13 anos na prisão 9 dos quais em cela solitária.
Quando foi solto, João Paulo II chamou-o para o Vaticano, nomeando-o cardeal e entregou a ele o Pontifício Conselho Justiça e Paz que presidiu até sua morte.

Aloizio
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Vita Della Chiesa

Il card. Van Thuan:
“Un singolare profeta della speranza cristiana”
Benedetto XVI ha ricordato il cardinale vietnamita, a cinque anni dalla scomparsa. Presto l'avvio della Causa di beatificazione
Il nome del cardinale Van Thuân è stato dato all’Osservatorio internazionale, istituito per promuovere la dottrina sociale della Chiesa a livello internazionale. Presto, verrà avviata anche la Causa di beatificazione, la cui postulatrice è l’avvocato Silvia Monica Correale, prima donna ad essere incaricata dalla Santa Sede per svolgere tale incarico.
Francois-Xavier Nguyen Van Thuân era un uomo che “viveva di speranza”. Essa fu per lui “l’energia spirituale” che gli permise di essere più forte della brutalità di chi tentò di piegarlo, che invece ne rimase affascinato e convertito. Lo rese uomo di luce anche nel buio della cella che lo ospitò per nove anni di isolamento, senza nessun’altra compagnia che la sua fede riaffermata ogni giorno in Messe clandestine, con tre gocce di vino e una d’acqua consacrate nel palmo di mano.
“E’ questa la testimonianza di fede che ci ha lasciato questo eroico pastore”, ha affermato con affetto Benedetto XVI, nell’udienza concessa ai membri del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, alla cui guida l’allora presule vietnamita era stato chiamato da Giovanni Paolo II, nel 1998: “Come dimenticare gli spiccati tratti della sua semplice ed immediata cordialità? Come non porre in luce la capacità che egli aveva di dialogare e di farsi prossimo di tutti? Lo ricordiamo con tanta ammirazione, mentre ci tornano in mente le grandi visioni, colme di speranza, che lo animavano e che egli sapeva proporre in modo facile e avvincente”.

Nel 2000, Giovanni Paolo II - che nel Concistoro dell’anno dopo gli consegnerà la berretta cardinalizia - aveva invitato l’allora arcivescovo Van Thuân a predicare gli esercizi spirituali della Quaresima alla Curia Romana. Così i fatti salienti della sua dolorosa, straordinaria prigionia divennero materia di commossa riflessione sul valore della fede sorretta dalla speranza.

Valore che traspare anche nell’intervista che il porporato rilasciò poco tempo dopo gli attentati dell’11 settembre, in vista dell’incontro interreligioso di Assisi, convocato da Papa Wojtyla per il gennaio 2002: Davanti a queste tragedie nazionali ed internazionali, vediamo che ci sono tre punti molto importanti: la giustizia, la responsabilità – soprattutto degli educatori e dei governanti – e terzo, la conversione dei cuori. Perché senza la conversione dei cuori, senza la preghiera, non c’è umiltà per ascoltare e quando non percorriamo questa strada, c’è soltanto potere, denaro, armi. Dividere con tutti gli altri la nostra gioia, la gioia della speranza: la nostra speranza è già nel nostro cuore, perché Gesù è venuto con noi. La salvezza è certa: basta andare all’incontro con Gesù!

Aloizio Santostel: 31 3261-4938